Sezione “7 Martiri” Venezia
Venezia, 9 febbraio 2016
Cari compagni e amici,
prima di tutto il mio grazie a chi nella seduta del 7 febbraio ha voluto scegliermi per continuare, da Presidente della Sezione Anpi “7 Martiri” di Venezia, il lavoro che fino ad oggi ha così prestigiosamente svolto Lia Finzi; a lei un grazie particolare per la fiducia che mi ha dimostrato nel proporre il mio nome, una fiducia che mi onora e che mi chiama ad un impegno nel quale avrò bisogno del supporto e dei suggerimenti di tutti.
Spero di essere all’altezza delle vostre aspettative e soprattutto del compito, delle cui difficoltà sono assolutamente consapevole.
Al contempo, ho ben chiaro quanto delicato e fondamentale sia, soprattutto nel contesto sociale e politico attuale, il ruolo di questa associazione: per il portato di valori e di responsabilità che la lotta e i sacrifici dei Partigiani hanno travasato nel patrimonio ideale dell’Anpi e per essere questa la più accreditata e credibile custode della Costituzione repubblicana, la “grande incompiuta” secondo quello che già verificava e ammoniva Piero Calamandrei ai suoi tempi.
Posso però, garantire la mia più profonda consonanza con le ragioni fondative dell’associazione e l’impegno sul fatto che la nostra Sezione continuerà a dare un contributo all’altezza della sua storia, segnata da tutti quelli che, con maggior merito di me, in questa Venezia anche mia, mi hanno preceduto.
Non mi nascondo che, tra le ragioni che spiegano la convergenza delle preferenze sulla mia persona, c’è il fatto che la composizione anagrafica degli iscritti sta cambiando.
Ciò, se da un lato significa apertura ed investimento sul ricambio generazionale, ci ricorda anche che i testimoni diretti della lotta di liberazione stanno progressivamente passando il testimone.
Pertanto, la sfida che ci troviamo ad affrontare è quella di continuare una battaglia nel nome e nei principi di quanti finora sono stati i testimoni di un’epopea che ha voluto aprirci le porte ad un futuro più giusto; un futuro che è diventato presente senza che quelle aspettative si siano realizzate; viviamo, anzi, un presente che, purtroppo, prospetta per il domani un riproporsi di angosce riguardo a lavoro, libertà, partecipazione, dignità, parità nella diversità, pace.
Proprio questa transizione, che il passare degli anni sta segnando, carica ancor più di responsabilità la mia accettazione.
Ma questa inevitabilità impegna ancora di più a sviluppare e sincronizzare con l’attualità tematiche e battaglie, memorie e soluzioni che sono l’eredità che raccogliamo con la sorpresa e la determinazione di chi, da ammiratore e sostenitore, si trova ad avere un ruolo di rappresentanza così impegnativo.
Nel subentrare ai protagonisti, ai fondatori della Repubblica, pur nella distanza creata da storie personali non paragonabili, ci riconosciamo come persone che hanno sempre apprezzato, condiviso, coltivato, sostenuto le convinzioni che hanno portato alla opzione della lotta partigiana, alla liberazione, alla scelta repubblicana, alla Costituente ed al nuovo ordinamento del nostro Stato e che, della storia di quegli antenati, devono conservare l’essenziale su cui fondare azioni, rivendicazioni, sollecitazioni.
La lotta partigiana era una lotta politica, prima che militare; allo stesso modo l’Anpi si realizza legittimamente in una lotta politica fatta sì di vigilanza e di critica, ma anche e dovutamente, di azioni, richiami, proposte e iniziative politiche vere e proprie.
Nell’analisi della stretta attualità, è guidata dalla stessa rigorosa coerenza e dallo stesso spirito critico ed illuminato che guidava la Resistenza; tanto più che si ha il vantaggio di non operare nella clandestinità e nell’illegalità, anzi con il riferimento ad una Costituzione, sui cui dettami poggiare la forza delle rivendicazioni.
In questo modo ci si può proporre come interlocutore certo e saldo per quanti perseguono l’obiettivo di riportare la gestione della nostra società ai dettati propri della nostra Carta Costituzionale non accettando che essa sia sempre più soggetta ad indirizzi sovranazionali ed a strategie sovra-statali in cui gli interessi delle finanziarie multinazionali prevaricano la forza dei diritti umani e sociali universalmente riconosciuti.
La condizione per far ciò è la trasversalità, cioè l’interazione con altri raggruppamenti di impegno civile che condividono le linee di principio dell’Anpi.
Voglio in conclusione, rapidamente esporvi i punti che toccherò nella prima riunione del Comitato di Sezione cui parteciperò nella nuova veste; sono questioni che tutti noi conosciamo benissimo ma che intendo passare in rassegna perché rappresentano l’impegno che prendo con tutti gli iscritti e con me stesso.
INDIPENDENZA POLITICA
Il fatto di essere un’associazione apartitica deve poter significare essere soggetto politico indipendente dai partiti: non essere vincolati, nelle denunce e nelle prese di posizioni, da storie personali, conformismo verso le linee delle formazioni di riferimento, o verso il governo.
Stare nell’Anpi significa difendere la Costituzione da ogni nemico; da qualsiasi parte o partito o istituzione provenga; da qualsiasi punto di origine. Purtroppo anche le più alte cariche dello Stato nel recentissimo passato o anche nei decenni trascorsi spesso non hanno, negli atti concreti, esercitato quel ruolo di baluardo della Costituzione che la loro carica primariamente richiede. Confidiamo perciò nell’attuale Presidente della Repubblica perché possa essere promotore della ripresa delle dinamiche parlamentare di confronto tra maggioranza ed opposizione, nonché tra governo e rappresentanze sindacali, che mai potremo accettare siano considerate ostacolo ed impaccio alla speditezza dei lavori.
Non possiamo non essere grati alla storia della sinistra italiana per i suoi meriti nella difesa della Carta pur sapendo che ogni conquista non è per sempre e che non basta richiamarsi a quegli antenati per farsi riconoscere come garanti, soprattutto in una fase storico-politica in cui quella tradizione non corrisponde agli indirizzi odierni dove quegli spazi sono sempre più occupati da profeti della modernità che presentano i principi fondamentali della Repubblica come obsoleti, o peggio, come zavorra per lo sviluppo della nuova società umana.
E’ una vigilanza che ci impegniamo ad incoraggiare nei giovani e negli incontri con gli studenti.
Questa stessa vigilanza non può, per parte nostra, mancare o essere timida o condizionata.
MEMORIA DELLA RESISTENZA
La sfida è approfondire lo studio della memoria sia nei fatti che riferisce, sia nel suo significato di esperienza tramandata a vantaggio delle analisi della contemporaneità.
Analogamente riguardo alla Resistenza, le rievocazioni delle lotte dei Partigiani devono essere occasione per recepire quei segnali provenienti dall’attualità che propongono analogie concrete con gli eventi ed il contesto socio-politico della guerra di liberazione.
ANTIFASCISMO
Oltre alla vigilanza sulle espressioni più vistose della propaganda del fascismo, è sempre più urgente richiamare i rappresentanti nelle istituzioni, più sensibili a queste impostazioni o che addirittura condividono le finalità dell’ANPI facendosene soci, ad iniziative parlamentari per difendere l’ordinamento repubblicano dal ricomporsi di fronti strutturati della destra fascista.
Ma ancor più decisiva e responsabile è la segnalazione delle forme nascoste e progressive in cui si propone e si realizza la restaurazione di quei principi di governo verticistico e autocratico che la nascita della repubblica democratica ha inteso rinnegare una volta per tutte.
SENTINELLE DELLA COSTITUZIONE
La Resistenza è tradita ogni volta che la Costituzione non solo non viene sviluppata ed attuata, ma addirittura disapplicata e capovolta. Anche qui gli appelli devono essere fatti ai nostri iscritti presenti nelle istituzioni, richiamandoli agli impegni statutari ed al sostegno dei suoi ideali fondativi.
Oggi in particolare, è necessario condividere la stessa chiarezza di posizione delineata dal comitato nazionale.
Quanto all’intransigenza che viene presentata come conservatorismo, una forma di resistenza odierna è quella di organizzare la riuscita del referendum per il NO alle riforme e alla legge elettorale “Italicum”.
E’ urgente, quindi, predisporre incontri preparatori mirati a definire le modalità di collaborazione con i comitati referendari locali e la conoscenza degli argomenti a sostegno della campagna, in modo da fornire precise spiegazioni alla cittadinanza.
Sarà fondamentale nell’informazione, la chiarezza e l’essenzialità delle spiegazioni, essendo pronti a ricordare, a chi vuole presentarci come soggetti al fascino del No, come i conservatori, i passatisti, che noi, invece, intendiamo essere la “resistenza”.
ORGANIZZAZIONE INTERNA
E’ indispensabile riorganizzare le forze di tutti gli iscritti in gruppi di lavoro che possano seguire la gli avvenimenti della cronaca giornaliera e programmare incontri di approfondimento sui temi basilari.
Sarà perciò importante avere nozione delle disponibilità, anche minime e frazionate, di ogni tesserato.
AZIONE A LIVELLO LOCALE
Importante è il coordinamento con altre realtà associative e la programmazione di conferenze e dibattiti con gli iscritti ed i simpatizzanti più giovani che bisognerà coinvolgere sempre di più nelle attività di programmazione e di gestione.
Fondamentale sarà far conoscere i nostri progetti e le nostre realizzazioni e perciò servirà collaborazione per una presenza attenta e tempestiva nei rapporti con i mezzi di comunicazione, e la disponibilità per la realizzazione di banchetti informativi.
PRODUZIONE
Gruppi di studio integrati con altre associazioni su tematiche comuni: approfondimenti di temi storici e contemporanei mediante realizzazione di conferenze e seminari, ampliando il numero di associazioni ed istituzioni locali con cui collaborare.
Di grande utilità sarebbe riuscire a realizzare un osservatorio sulle emanazioni legislative che contraddicono le prescrizione della Carta Costituzionale anche coinvolgendo i giovani, nelle
segnalazioni delle tematiche che li toccano più da vicino.
RICERCA E GESTIONE RISORSE
Su questo tema, che sta alla base do ogni progettualità, servirà il massimo impegno e ogni sforzo di fantasia, anche se una credibilità nella programmazione, comunicazione e realizzazione, renderà sicuramente attrattiva l’attività della nostra associazione.
Tutto ciò è solo una parte di quello che ci aspetta.
Ma anche solo realizzare questa parte sarà aver assolto al nostro compito.
L’augurio è che il percorso sia condiviso e compartecipato.
Buon lavoro a tutti i Resistenti nella Costituzione.
Gianluigi Placella