Attraverso la mia esperienza di perseguitata razziale durante il fascismo voglio invitare i giovani a conoscere la Storia e la Costituzione nata dalla Resistenza per evitare il ripetersi dei razzismi del passato e dei tristi episodi a cui assistiamo nell’oggi. Desidero invitarli a considerare tutte le diversità come valori, a considerare che le ideologie razziali del passato riproducono oggi le stesse conseguenze anche oggi. Ripudiare l’intolleranza verso i diversi è il compito che nuovamente ci attende. Forti della memoria del passato e dei principi fermi che la nostra Costituzione esprime.
Lia Finzi
Tra le numerose iniziative nell’ambito del Giorno della Memoria l’ANPI Sette Martiri ha presentato al pubblico un progetto di educazione alla Storia, alla Costituzione che ha coinvolto cinque istituti scolastici veneziani.
Il progetto è stato presentato ufficialmente il 23 gennaio in una conferenza all’Ateneo Veneto, nella Sala Tommaseo, ne hanno esposto le linee guida il Presidente della nostra sezione, Gianluigi Placella, e partendo dalla sua testimonianza personale la Presidentessa emerita, Lia Finzi. Un inquadramento storico è stato offerto dall’intervento conclusivo di Simon Levis Sullam, professore associato di Storia Contemporanea all’Università Ca’ Foscari.
Pubblichiamo di seguito l’intervento introduttivo del presidente di sezione, Gianluigi Placella:
Buona sera, prendo la parola per presentare il contributo della Sezione Anpi Sette Martiri alle iniziative del calendario del Giorno della Memoria.
Richiamando gli ottant’anni dalla promulgazione delle leggi razziali, proponiamo un progetto di educazione alla Storia e alla Costituzione che coinvolgerà diversi istituti scolastici veneziani nell’arco delle settimane fra fine gennaio ed i primi di marzo. Dopo la mia breve introduzione, Simon Levis Sullam rievocherà le condizioni socio-culturali ed economiche che hanno dato spazio al populismo delle camicie nere, all’instaurarsi del regime, all’ignominia delle persecuzioni, fino all’aberrazione delle leggi razziali e dei campi di sterminio.
Infine Lia Finzi che fu vittima della persecuzione e che porterà la sua testimonianza nelle scuole, dirà dell’attualità del titolo, per fare in modo che le tragedie non si ripetano.
Sulle motivazioni dell’impegno dell’Anpi nelle scuole, ricordo che è una finalità statutaria della nostra associazione diffondere la conoscenza di quello che è stato un regime di cui vogliamo impedire, ”sotto qualsiasi forma”, il riproporsi, come impone la XII disposizione transitoria e finale della Costituzione Italiana.
L’Anpi vuole ricordare ai giovani studenti, interagendo con i programmi ministeriali, quanto la nostra epoca abbia bisogno più che mai di sollecitudine ed attenzione verso l’altro, perché è dalla esperienza di persecuzioni ed espulsioni che è nata la ribellione della Resistenza e quindi la Costituzione; vuole anche far riflettere sul connotato positivo e propositivo dell’antifascismo che è essenzialmente richiamo ad una visione di società che ammette il pensiero diverso, sostiene la ragione contro i feticismi, incoraggia la solidarietà contro le epurazioni: in sintesi, lo Stato di libertà contrapposto allo Stato del divieto. E’ uno dei contributi dell’Anpi per fare in modo che il sì alla libertà e il no al fascismo siano un impegno prioritario per tutti i democratici: cittadini di oggi e di domani e loro rappresentanti.
Insegnare la storia e la Costituzione significa anche aiutare a servirsi del passato come chiave di lettura del presente e al riguardo trovo centrale la conclusione di una conferenza tenuta il 25 aprile del 1995 da Umberto Eco alla Columbia University di New York e che viene riproposta sotto il titolo “Il fascismo eterno“. In quella lezione vengono elencati, in una concatenazione ineccepibile, le caratteristiche ideologico-comportamentali da cui si riconosce il fascismo eterno, ricorrente e universale e che, per quelle caratteristiche può essere definito,
indipendentemente dalle forme che assume e dalle vesti dell’epoca. Dobbiamo tenere gli occhi e la mente allenati a riconoscerli, e, quindi conclude:
“Sarebbe così confortevole, per noi, se qualcuno si affacciasse sulla scena del mondo e dicesse: ‘Voglio riaprire Auschwitz, voglio che le camicie nere sfilino ancora in parata sulle piazze italiane!’ Ahimè, la vita non è così facile.”
C’è da dire purtroppo che negli anni, seppure di fronte a segnali sempre più espliciti, anzi addirittura esattamente sovrapponibili, come il saluto romano ostentato il 29 aprile dal migliaio di militanti al Campo 10 del Cimitero monumentale di Milano, ci si ostina a non voler riconoscere per quello che è, e a sanzionarlo, il fascismo redivivo e provocante di quelle manifestazioni.
Ma questa sottovalutazione pericolosa non appartiene all’Anpi, perché siamo i portavoce della rabbia, dell’angoscia, della frustrazione e della ribellione montante dei tanti Partigiani ancora viventi che, purtuttavia, non smettono di lottare perché il veleno dello “Stato d’ordine” non si diffonda nei cittadini di questa Repubblica, per i quali i combattenti della Lotta di Liberazione ed i Costituenti avevano realizzato e sognato di garantire per il futuro, uno “Stato di libertà”.
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Le iniziative Iveser per il Giorno della Memoria.