È mancata all’età di 92 anni Teresa Mattei, l’ultima donna della Costituente, una vita spesa al servizio della libertà e dei deboli: già prima della guerra venne espulsa da tutte le scuole del Regno per aver rifiutato di assistere alle lezioni in difesa della razza. Durante la Resistenza fu staffetta partigiana nella formazione garibaldina Fronte della Gioventù, nome di battaglia Chicchi. A lei e alla sua formazione si ispirò Roberto Rossellini per l’episodio di Firenze del film Paisà. Aveva partecipato all’agguato per uccidere Giovanni Gentile e in un’intervista al Corriere della Sera così ha ricordato il suo ruolo nell’impresa:
«Per fare in modo che i gappisti incaricati dell’ agguato potessero riconoscerlo, alcuni giorni prima li accompagnai presso l’Accademia d’Italia della Rsi, che lui dirigeva. Mentre usciva lo indicai ai partigiani, poi lui mi scorse e mi salutò.»
Dopo la guerra divenne semplicemente la “ragazza di Montecitorio“ essendo la più giovane tra le elette all’Assemblea Costituente, il suo contributo significativo lo diede nella formulazione dell’art.3 della Carta.
Rifiutò di presentarsi alle elezioni per la Camera dei deputati nel 1955 e venne espulsa dal PCI perché in aperto dissenso con la linea togliattiana e con lo stalinismo.
Per tutta la vita è rimasta in prima fila a lottare per i diritti delle donne e dei bambini con l’Unione delle donne italiane (Udi), e con la Lega per i diritti dei bambini, promuovendo anche a livello internazionale campagne per la pace e la non violenza.
La ricorderemo pure per la scelta della mimosa, come simbolo della giornata internazionale delle donne: alla proposta di Pietro Longo di eleggere come in Francia la viola a simbolo dell’8 marzo, oppose infatti la scelta di un fiore povero, come disse, facile da trovare nelle campagne.
Lieve le sia la terra, vivido a noi il ricordo.
Nel breve video il messaggio di saluto che Teresa Mattei diede al circolo Arci
di Mesagne l’8 Marzo 2010: