Saluti:
Municipalità Venezia-Murano- Burano (Andrea Martini), Municipalità del lido (Benny Carella), FIAP GL (Andrea Milner), ANPPIA (Renato Jona), IVESER (Marco Borghi), rEsistenze (Maria Teresa Sega) ANPI Sezione Mestre Erminio Ferretto (Mario Bonifacio), giustifico Maria Teresa Sega impegnata oggi in una scuola con Vera Jarach madre di una desparecida di Plaza de Mayo. Salutiamo e ringraziamo il garante del Congresso Diego Collovini.
La relazione del presidente di sezione uscente Lia Finzi
Cari amici e compagni,
va letto il documento nazionale per il 16° Congresso con molta attenzione perché è estremamente importante in questo momento politico in cui dobbiamo discutere nei congressi di Sezione dei vari comuni della provincia e in tutta Italia la realtà in cui viviamo.
Per iniziare vogliamo valutare alcuni provvedimenti legislativi assunti dal Governo che preoccupano l’ANPI, preoccupazioni espresse anche dal Presidente Nazionale Smuraglia, noto ed esperto magistrato, con posizioni che condividiamo. Per questo vi invito a leggere il documento nazionale ed ANPI News.
L’ANPI, è noto, ma va ripetuto, non è un’associazione partitica, però è un’associazione che si occupa di politica (anche di politica), nel rispetto della Costituzione nata dalla Resistenza. La mia relazione vuole rimarcare, con alcune sottolineature, alcuni punti della documentazione nazionale per esprimere con chiarezza il nostro pensiero.
Il Governo sta proseguendo l’iter per la riforma costituzionale, mercoledì scorso il voto del Senato sul decreto legislativo sulle riforme costituzionali ha dato il via libera con 180 SI’, ma la maggioranza di governo non avrebbe raggiunto il tetto minimo di voti senza l’aiuto di 22 senatori esterni alla maggioranza e non sarebbe passato il decreto legge, quindi senza l’appoggio dei verdiniani, di 3 tosiani e di 2 berlusconiani, appunto. E questo ci preoccupa.
Il Governo esercita l’iniziativa legislativa che potrebbe anche essere ammissibile per “talune “ leggi costituzionali come, ad esempio, quelle di approvazione degli statuti delle Regioni, ma non per quello di revisione dei principi costituzionali. Tra questi non rientrano certamente le modalità di elezione del Senato.
Ci si rende conto che in gioco c’è lo stravolgimento del ruolo e delle funzioni del Senato?
La presentazione alla Camera di emendamenti sull’articolo 2 del disegno di legge costituzionale ha la conseguenza che, nel futuro articolo 57 della Costituzione, i nuovi senatori, pur non essendo eletti direttamente, saranno eletti dai consigli regionali; “in conformità alle scelte degli elettori” è stato detto. L’alternativa è: o l’elezione da parte dei consigli regionali sarà meramente riproduttiva della volontà degli elettori e, quindi, inutile, oppure se ne distaccherà e allora sarà illegittima.
Cosa diranno i costituzionalisti di tutto il mondo?
Un simile errore non può essere perdonato in un regolamento; ancor meno in una legge, ma, assolutamente, ingiustificabile in una Costituzione.
Mi trovo d’accordo con la Carlassare, con Rodotà ed altri importanti giuristi e costituzionalisti che dicono: “Per effetto di questa riforma il Senato non sarà più elettivo”. Ci hanno detto che sarebbero state abolite le Provincie e, invece, i cittadini sono stati privati del diritto di eleggere i Consigli Provinciali.
La legge elettorale, poi, non prevede preferenze e assegna un premio esagerato. Una lista può andare al ballottaggio anche se al primo turno ottiene solo il 20% Ricordate la “Legge Truffa del 1953? Qualcuno è anziano come me e la ricorda certamente. “Via Ruini dal Senato” urlavamo nelle manifestazioni. Ma, almeno, con la “Legge Truffa” il premio di maggioranza andava a chi aveva ottenuto il 50%. E, se nessuno l’avesse ottenuto, il premio non sarebbe stato assegnato. No comment! A voi il giudizio. Ecco perché sono sorti i comitati del NO.
La crisi della nostra società è dovuta anche ad un vuoto di idee che va colmato, ad una grave mancanza di partecipazione e di dibattito; occorre pertanto partire dallo stato sociale, dalla dignità e dai diritti dei cittadini. Vanno, ad esempi, sostenuti alcuni diritti tuttora in discussione: – diritti civili: unioni civili, adozioni per coppie gay (uno Stato laico non può subire le interferenze del Vaticano) – rispettare lo IUS SOLI (per gli stranieri nati in Italia) – prima o poi dovrà venire all’attenzione l’eutanasia
Da molti anni si dibatte come rendere più vicini scuola e lavoro per realizzare l’idea che dal lavoro si debba trarre anche felicità, concetto che Primo Levi (mi torna in mente in questi giorni della Memoria) aveva evidenziato, in modo forse unico, nella “Chiave a stella”, dove scriveva: “Se si escludono istanti prodigiosi e singoli che il destino ci può donare, l’amare il proprio lavoro (che purtroppo è privilegio di pochi) costituisce la migliore approssimazione alla felicità sulla terra. Ma questa è una verità che non molti conoscono”. Certo se pensiamo che il 50% dei laureati non trova lavoro nel nostro Paese. Nella sua monumentale semplicità, l’operaio Faussone della “Chiave a stella” è ancora validissimo quello che dice: “Avere padronanza di un mestiere è una delle grandi soddisfazioni che la vita offre”. Anche per questo una società di disoccupati è una società infelice.
La Buona Scuola non può essere un’azienda, ma deve essere una comunità educante. Non può e non deve passare il progetto contenuto nella “Buona Scuola” di legare il destino delle scuole agli sponsor privati. Occorre effettuare percorsi scolastici fatti di creatività e rigore, di studi umanistici e scientifici che puntino alla educazione della mente più che ad un addestramento teso ad una rapida spendibilità lavorativa del titolo di studio (ovviamente se e quando si trova lavoro).
I tragici fatti di Parigi del 13 novembre u.s. ci pongono di fronte al grave pericolo di una guerra totale. E’ valido l’appello di Tonolo, nostro compagno, presidente di Mirano, per far firmare i Sindaci su un testo dei Sindaci di Hiroshima e Nagasaki per prendere posizione per evitare che si costruiscano bombe all’idrogeno, atomiche (come è successo in questi giorni in Corea del Nord). Con i compagni della Sezione di Mestre abbiamo chiesto un incontro su questi temi al Sindaco, ma Brugnaro non ci ha ancora risposto, volevamo sollecitarlo a firmare l’appello contro le bombe. Ci riusciremo? Occorre trovare l’unità dei popoli e dei governi del mondo per respingere ogni tentativo di approfittare di una situazione drammatica per alimentare razzismi e paure di sempre. Noi dell’ANPI che ci battiamo per il rispetto dei valori della Costituzione, vogliamo che si utilizzino le risorse finanziarie anziché per gli armamenti, perché sia fatto quanto possibile per l’Italia e per l’Europa per le necessità dei cittadini più deboli e per realizzare l’idea di un mondo senza discriminazioni e senza guerre. E’ questo che dobbiamo augurarci soprattutto per le giovani generazioni.
Ai paesi del terrore l’Italia ha venduto armi per miliardi di euro e si sa, secondo importanti studi economici, che tra il 2010 e il 2014, sono state autorizzate esportazioni al Nord Africa e al Medio Oriente di bombe ed aerei per quasi 18 miliardi di euro. E questo mentre molti giovani che amano la cultura, la ricerca,gli studi, sono costretti a lasciare l’Italia per lavorare e costruire il loro avvenire.
La Costituzione sancisce chiaramente i diritti degli uomini e delle donne e ci dà la speranza che, se rispettata, può garantire la sicurezza contro tutti gli attacchi terroristici, tutte le guerre e contro l’odio dilagante. Non è vendendo armi ai paesi ove vige il terrore o, ancor peggio, partecipando a guerre che si ottiene la pace. La Francia credeva forse che, intervenendo in Libia, Mali, Siria avrebbe potuto combattere a distanza quando la guerra ce l’aveva in casa? Tutto ciò lo abbiamo scritto anche in una lettera portata a mano alla famiglia Solesin, ai genitori di Valeria, sottolineando inoltre anche il valore della loro dignitosa laicità.
I pericoli non vengono da quelli che arrivano, se e quando arrivano, nei gommoni e nelle carrette del mare, a causa della guerra e della fame; sono pericolosi razzisti guerrafondai quelli che si permettono di affermare che tra i migranti (donne, bambini, giovani che rifiutano la guerra) vi sarebbero i responsabili del terrorismo. Va letto l’articolo 11 della Costituzione, perché una saggia lettura dello stesso dà, a chi vuole governare nell’interesse del popolo e della pace le indicazioni per coniugare l’articolo 11 con gli articoli 2 e 4 che affermano che il lavoro e la dignità delle persone non devono produrre morte né essere conseguenti a guerre.
Certo sarebbe necessaria un’analisi più profonda ed una conoscenza storica più qualificata perché va ricordato che la smisurata e millenaria prevaricazione dei popoli europei e dell’America sul resto dell’umanità è sicuramente un elemento di inevitabile oggettivo rancore da parte dei popoli sottomessi. Di queste prepotenze e sopraffazioni si è reso responsabile l’uomo bianco e ne va tenuto conto. Ricordiamo la storia delle deportazioni schiaviste degli africani, il genocidio dei nativi americani, la sistematica predazione coloniale; sono tragedia storiche che non possono essere occultate o dimenticate.
Ovviamente tutto ciò non giustifica il radicalismo islamista, espresso col terrorismo e la violenza. Non è solo una vecchia dialettica tra colonizzatori e colonizzati, tra predatori e depredati. Non è in gioco solo la supremazia occidentale intesa come dominio economico. In tutto il mondo è in itinere la caduta della struttura patriarcale e tribale delle società umane in favore di una concezione dei diritti umani e dei doveri fondata sull’individuo. Maschio o femmina non fa differenza. E’ una tale rivoluzione, questa della autodeterminazione della donna, che al confronto ogni rivoluzione economico-politica è poca cosa. E questa rivoluzione è odiata e combattuta dal radicalismo islamista non soltanto in funzione antieuropea, ma in funzione antimondiale, antiumana. Non basta quindi analizzare i misfatti dell’Occidente per analizzare il radicalismo islamista. Va riconosciuta la volontà tanto odiata dall’ISIS, delle donne di ogni latitudine di vivere come persone e non come proprietà dei maschi. Anche qui nascono il terrore e la violenza. Ad esempio: la violenza sulle donne a Colonia non si capisce se si cade nell’islamofobia, nella sottovalutazione della gravità dell’episodio.
Questa analisi, tutto ciò che ho detto brevemente va messo nel documento nazionale. E’ una lacuna che va colmata. Vi sembra che possa bastare sottolineare la validità dell’organizzazione del Coordinamento Nazionale
delle donne dell’ANPI senza questa analisi sulla realtà attuale?
Voglio terminare questa relazione con le proposte per il nostro impegno nei confronti dei problemi di Venezia, città metropolitana. Dopo la sconfitta elettorale non sono emerse prese di posizione e manifestazioni per far partecipare la cittadinanza ad un programma che contrasti il padronismo di Brugnaro. Solo poche assemblee, settoriali, o per rivendicazioni sindacali.
Eppure problemi ve ne sono: – tentativo della giunta di togliere le deleghe alla Municipalità – sono state invalidate delibere su importanti servizi con un vero atto dittatoriale da chi non conosce i problemi delle varie realtà territoriali, negando il vero decentramento – va garantito l’allontanamento delle grandi navi dal bacino di San Marco dal canale della Giudecca e dalla laguna – inoltre occorre un’industria turistica sostenibile e qualificata – occorre una rivitalizzazione urbana – un trasporto pubblico efficiente – rivedere il welfare, valorizzando la sanità ed i servizi.
L’ANPI è attenta e, per le sue competenze, può intervenire (o dovrebbe) come chiedono i veneziani dopo il fallimento del MOSE e la perdita del Comune, su questioni di grande importanza per la città di mare e la città di terra, su lavoro, Porto Marghera, grandi navi che vanno allontanate dal porto croceristico di Venezia, senza l’escavo di altri canali, portandole fuori dalle bocche di porto.
Venezia centro storico è rimasta con un esiguo numero di abitanti (84.405 comprese isole Lido e Pellestrina), una metà circa degli abitanti della terraferma (179.631), ma è un importante capoluogo per tradizioni, cultura e storia, temi nodali per tutta l’area metropolitana.
Se Brugnaro ha vinto è perché ha intercettato voti anche da una parte dell’elettorato di centrosinistra con lusinghe e promesse, non certo per il suo eloquio culturale o per la sua conoscenza del valore della città, ad eccezione del valore pecuniario della stessa, di cui è consapevole.
Noi dell’ANPI 7 Martiri abbiamo più tesserati, in base al numero di abitanti, rispetto alla terraferma ed è da rilevare che sempre il Centro Storico non ha deluso nel corso degli anni, anche nei risultati elettorali. Perciò bisogna attivarsi per il futuro.
Per finire, vediamo le priorità della nostra Sezione 7 Martiri nel formulare un piano di lavoro per il 2016:
– Tesseramento e bilancio: relazionerà subito dopo, Serena Ragno che ha seguito con estrema competenza questo importante settore – Fissare un patto con altre associazioni democratiche e antifasciste per diffondere attivamente i valori della Resistenza e della Costituzione (ANPI Mestre già in atto, ANPPIA FIAP, SPI, IVESER, rEsistenze ed altre eventuali). – Proponiamo di continuare la pubblicazione su Facebook e cartaceo ogni 6 mesi, di “Resistenze e Futuro” ed anche di dotarci di una rassegna stampa per una completa informazione sulla cronaca locale.
Voglio ricordare cose concluse positivamente: – Concorso con il Comune su “Venezia liberata” per il 70.mo, seguito da Antonio Beninati e Serena Ragno
– DVD e Mostra sui ragazzi orfani dei Partigiani del Biancotto seguito da Maria Teresa Sega, Lia Finzi e la regista Manuela Pellarin – Realizzazione del 3° libro di Giuseppe Turcato seguito e curato da Giulio Bobbo
Dopo il bell’incontro per il tesseramento 2016 con gli studenti del Liceo Guggenheim, seguito da Gianluigi Placella, Antonio Beninati ha realizzato un video dell’intera giornata con alcune riduzioni da proiettare il 25 aprile in incontri con la scuola, alla presenza dei nostri partigiani.
Subito dopo il Congresso bisogna partire con impegno, su un progetto importante da effettuare con le scuole che hanno aderito numerose allo stesso. Entro giugno, molti giovani e ragazzi si appresteranno a pronunciare, partendo dalla Costituzione, la “Dichiarazione di cittadinanza consapevole”. L’iniziativa merita una spiegazione dettagliata che, dopo la relazione di Serena Ragno, sarà fatta da Gianluigi Placella che ha ideato e proposto il progetto.
Vi invitiamo a partecipare alla Giornata della Memoria organizzata dalla Sezione 7 Martiri e da IVESER, rEsistenze, e il Liceo Guggenheim di Venezia per il 28 gennaio, giovedì prossimo.
Ricordiamo inoltre la “Mappa della Memoria”: 267 tappe interattive a cura dell’IVESER; non ci sarà la targa a Sergio Scarpa “Marinaretto” perché non siamo ancora riusciti a concludere l’iter sulla sua casa a Cannaregio. Vorrei terminare sottolineando un nostro preciso impegno: la Corte Costituzionale finalmente a ranghi completi, operazione che non è stata facile da conquistare, dovrà affrontare decisioni particolarmente delicate. Credo che potrà contare sul nostro appoggio, appoggio certamente condiviso da chi attribuisce il massimo rispetto al prestigioso lavoro della Corte e assicuriamo che vigileremo sull’autonomia e sull’indipendenza della stessa, necessarie per la solidità del sistema costituzionale e della stessa democrazia.
Naturalmente dobbiamo continuare a garantire che l’Italia sia e possa continuare ad essere antifascista. Noi tutti dell’ANPI troveremo attività pratiche valide per riaffermare il ruolo delle istituzioni democratiche per contrastare i movimenti ed i partiti di destra e per impedire iniziative neofasciste, sempre più pericolose.
Per fare tutto ciò, per realizzare tutto questo programma occorre più partecipazione dei Compagni nelle iniziative che metteremo in atto e nella costruzione delle stesse, non potendo bastare l’impegno di quanti, sempre gli stessi, si sono spesi fino ad oggi.
Affrontiamo il Congresso discutendo e facendo proposte. Dopo la relazione amministrativa di Serena e dopo la relazione di Gianluigi sulla “Dichiarazione di cittadinanza consapevole”, affronteremo il dibattito. Poi procederemo all’elezione del nuovo direttivo e dei delegati al Congresso Provinciale.
Buon lavoro a tutti
Lia Finzi, presidente Sezione ANPI 7 Martiri, Venezia