73° anniversario dell’uccisione del comandante partigiano Sandro Gallo “Garbin”

Gallo Sandro “Garbin”

Mercoledì 20 settembre
Ore 11,00 | 
Municipio vecchio  e  
Sala Consiliare
Via Sandro Gallo |
Lido di Venezia
 | 

Nel 73° anniversario dell’uccisione del comandante partigiano Sandro Gallo “Garbin” mercoledì 20 settembre alle 11,00 deporremo una corona sulla lapide nella strada a lui intitolata davanti al Municipio vecchio.
Di seguito ci ritroveremo in Sala Consiliare dove il Presidente dell’ANPI “Sette Martiri” e il Presidente della Municipalità Danny Carella ne ricorderanno la figura e il valore alla presenza delle scuole e del pubblico.  

La cittadinanza è invitata a partecipare.


Un ricordo di Ivone “Cesco” Chinello del Gallo professore: 

“Incontro Gallo, a 15 anni – nell’autunno del 1940 – come professore di storia e filosofia nel primo anno di liceo scientifico, al Benedetti di Venezia. È anche il primo anno di guerra: a parte quelle in famiglia di solo mugugno, da lui sento le prime sconvolgenti parole di aperto e dichiarato antifascismo ed anche in tono irato. Era successo che gli studenti veneziani, come quelli di tutta Italia, avevano partecipato, durante le ore di scuola, a quelle che allora si chiamavano «dimostrazioni», per calli e campi, a favore della guerra e del regime ed anch’io vi avevo aderito. Tornati in classe, l’ultima ora, arrabbiatissimo, Gallo ci apostrofa aspramente – letteralmente: «Voi giovani impacchettati di civiltà moderna di re imperatori e di duci, fate le dimostrazioni per la guerra e io vi frego» – e ci interroga e, appunto, distribuisce tre e quattro a tutto spiano. Anch’io ho avuto il mio quattro in storia. Una lezione di vita: il brutto voto è un bisogno di protesta e di reazione concreta del professore antifascista e insieme una forzatura pedagogica per noi studenti. È infatti per merito di Gallo e di molti altri professori che il Benedetti diventerà un vero e proprio centro di iniziativa antifascista. Quando sono arrestato dalla Gnr, nell’aprile del 1944, salvo uno, tutta la mia classe è dichiaratamente antifascista: ai primi di ottobre 1943 avevamo persino organizzato una «dimostrazione» – questa volta contro i tedeschi occupanti – in campo S.ta Giustina nella quale eravamo riusciti a coinvolgere gran parte delle classi.”

 


Sandro Gallo nasce a Venezia il 30 maggio 1914, si laurea in legge a Padova, patrocina alcune causa, ma segue la strada dell’insegnamento. 
Come insegnante all’Istituto Professionale di Pieve di Cadore, prima, e al Liceo Scientifico “Benedetti” di Venezia poi, educa i ragazzi ai valori di libertà, solidarietà e giustizia, tant’è che la sua classe veneziana diverrà una fucina di antifascisti, tra cui Cesco Chinello.

Nella seconda metà degli anni ’30, assieme ad altri (Giavi – Lombroso – Sullam – Maestro- Longobardi – Zanon dal Bo, per citarne alcuni), dà vita ai primi gruppi antifascisti che compiono varie azioni dimostrative contro il regime fascista.

Viene per questo arrestato e condannato dal Tribunale Speciale al carcere e poi al confino alle Tremiti.

Rientrato a Venezia, l’8 settembre il PCI (cui nel frattempo aveva aderito) lo manda in Cadore, dove aveva fatto il militare negli alpini e insegnato, ad organizzare il partito e la Resistenza per conto del CLN di Belluno.

Fonda la Brigata garibaldina “Pier Fortunato Calvi” che opererà in tutto il Cadore, sulla destra Piave, sino a Brunico. Dopo aver rifiutato più volte il comando della Divisione “Nino Nannetti”, a cui la Brigata “Calvi “ apparteneva, alla fine accetta.

Proprio mentre si stava recando a Belluno per questo motivo, affronta una colonna di nazisti che da Tai di Cadore si stava muovendo a rinforzo di loro reparti operanti a Lorenzago, cercando di rallentarla. Per non compromettere il sottostante paese di Lozzo, si sposta da una posizione strategicamente più sicura in un’altra più esposta.

Riesce nell’intento di fermare la colonna, ma viene ucciso.

Gli verrà conferita da medaglia d’argento al valore e, nell’immediato dopoguerra, il rettore dell’Università patavina, Egidio Meneghetti, gli conferirà la laurea honoris causa in filosofia, alla quale si era iscritto prima del suo impegno partigiano.

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