Lettera aperta al Prefetto di Venezia

Ill.mo Signor Prefetto,

il rispetto che l’ANPI coltiva per le istituzioni non ci impedisce di dissentire profondamente dalla Sua decisione di non concedere la Piazza San Marco per la conclusione della manifestazione contro i rischi, per la città e i suoi cittadini, rappresentati dalla circolazione in laguna delle grandi navi.

Siamo delusi, oltre che sconcertati, in base a diverse considerazioni: la principale si riferisce ai frequenti richiami alla Costituzione italiana, in occasioni ufficiali, anche recentissime, da Lei stesso proposti alla
meditazione di tutti, per ricordarci quanto quella Carta sia ancora inapplicata e quanto la sua realizzazione dipenda dall’impegno di tutti i cittadini.

Sono molti gli articoli della legge fondamentale della Repubblica italiana sui quali i manifestanti di oggi, meditatamente, appoggiano le loro richieste.

Prima di tutti, l’articolo 41 che vediamo trasgredito dal fatto che, per l’interesse di pochi, i soggetti privati, quotidianamente l’attività di impresa si svolge “in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno
alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana.”

E’ ignorato l’articolo 32 che protegge la salute, diritto fondamentale, inquinato dai veleni che queste ciminiere galleggianti diffondono nell’aria che in città siamo costretti a respirare.

Viene sbeffeggiato l’articolo 9 che impone la tutela del patrimonio storico e artistico e dell’ambiente, beni comuni vitali.
Altri ancora ne potremmo richiamare in questa occasione e proporre alle considerazioni di ognuno:
l’articolo 3 che parla di uguaglianza, l’articolo 4 che richiama ognuno ai doveri di solidarietà nell’interesse comune.

Ravvisiamo, pertanto una palese contraddizione tra il rammentarci quelle prescrizioni e l’impedimento fatto ai tanti di oggi che intendono protestare pacificamente per vederle trasgredite e che questa ingiustizia vogliono impedire.

E’ una profonda contraddizione, oltre che uno squilibrio che favorisce solo alcune componenti della comunità cittadina, nel momento in cui, come accade di frequente e tornerà ad accadere prossimamente, quella Piazza, simbolo della civitas veneziana, viene concessa discriminatoriamente, al miglior offerente per eventi spettacolari, che ne snaturano e ne offendono la sacralità di luogo di vita della comunità e da cui proprio i cittadini titolari e custodi vengono espulsi.

Ecco, noi riteniamo che queste distorsioni abbiano sostanzialmente questo significato iniquo: lo spazio urbano non può più essere nella disponibilità dei residenti, ma solo di quanti, nel loro ristretto interesse, quegli spazi mettono a profitto.


E’ impegno statutario della nostra Associazione il rispetto e la difesa dei valori costituzionali.
Su quei valori continueremo la nostra azione, assicurando alle Istituzioni la nostra presenza ogni qualvolta li riterremo in pericolo.

Distinti saluti.

Il Presidente della Sezione “Sette Martiri” di Venezia dell’ANPI
Gianluigi Placella

Condividi!