L’ANPI di Venezia ritiene opportuno divulgare la nota del Presidente Carlo Smuraglia apparsa su ANPINEWS, in quanto essa offre una lettura istruttiva del percorso della legge elettorale appena entrata in vigore, il cosiddetto “Italicum”. Un appellativo che richiama purtroppo, funesti attentati, accrescendo i timori dei difensori della Costituzione che hanno visto nella fisionomia della legge, un attentato ai suoi fondamenti ed un primo passo verso una sua demolizione spacciata per svecchiamento. La sezione 7 Martiri di Venezia sente di dover ringraziare il Presidente Smuraglia per un’analisi condivisa in ogni passaggio; ciò anche per aver sostenuto con convinzione gli appelli che da tanti soggetti dell’Associazione, da eminenti giuristi e da semplici cittadini venivano rivolti ai parlamentari e al primo ministro perché prendessero tutto il tempo necessario, prima di approvare una legge così importante e dagli aspetti preoccupanti. Una legge approvata con tempi acceleratissimi, una fretta assolutamente inopportuna anche in considerazione del fatto che si è portata l’approvazione a sovrapporsi ad una campagna elettorale che, sia a livello regionale che comunale, coinvolgerà milioni di italiani. Con convinzione, pertanto, sottoscriviamo tutte le considerazioni del Presidente Smuraglia facendo nostro anche l’auspicio finale su un intervento di reindirizzo della Corte Costituzionale. Sentiamo al contempo, di dover manifestare il rammarico che quella speranza porta con sé un elemento di turbamento, in quanto sperare in un respingimento della legge da parte della Consulta, significa immaginare una sconfessione della posizione del Presidente della Repubblica che ha, senza indugi, promulgato. Un sigillo finale che ha lasciato interdetti, sconcertati e delusi quanti di noi avevano sperato che il passaggio di filtro e di meditazione che è sua prerogativa, servisse a proporre una pausa nella frenesia di velocità e a riponderare i danni alla democrazia e alla partecipazione che tale legge porta con sé. A tutti i parlamentari che hanno detto sì a questa legge, l’ANPI 7 Martiri di Venezia ricorda che hanno ignorato i valori per cui hanno lottato e sofferto quei Partigiani che solo dieci giorni prima, nel settantesimo della Liberazione, in quella stessa Aula, hanno testimoniato la loro fede nella Costituzione e nella Democrazia. Per queste ragioni, l’ANPI Venezia ritiene che la scelta fatta da quei parlamentari rende incompatibile con i principi statutari, la loro permanenza nell’Associazione.
Il direttivo di sezione ANPI 7 Martiri
Legge elettorale e correttezza politico-istituzionale
(Nota del Presidente ANPI Carlo Smuraglia, ANPI news n. 162 – 5/12 maggio 2015).
Scrivo queste note mentre sta per concludersi, alla Camera, la vicenda della legge elettorale. Ma posso permettermi di prescindere da quello che sarà l’esito finale, per anticipare la mia opinione e cioè che questa è e sarà, comunque, una brutta storia. Spieghiamoci subito; non esistono solo leggi “costituzionali “sul piano formale e in senso stretto, così come non esiste una disciplina specifica del voto di fiducia, che esaurisca tutte le ipotesi possibili, così come, ancora, non sono vietati regolamenti di conti interni fra maggioranza ed ex maggioranze, oppure nell’ambito di singoli partiti. La legalità, nel senso ampio dell’espressione, non è fatta solo di rispetto delle leggi, ma corrisponde ad una concezione assai più ampia, che comprende anche una buona dose di etica e di correttezza politica; naturalmente, sempre all’interno della ricerca, obbligatoria per coloro che dirigono governi e partiti, della realizzazione del bene comune. Una premessa necessaria per evitare una discussione inutile. Se mi chiedono se la legge elettorale corrisponde ad una riforma costituzionale in senso stretto, rispondo di no, anche se la “vicinanza” è facilmente percepibile. Se mi chiedono se sulla legge elettorale si può porre la fiducia, rispondo, sul piano formale, di si.
Ma, come ho detto, non è questo (o solo questo) il problema. La legge elettorale è la più vicina al sistema costituzionale fra tutte le leggi; e soprattutto è la legge che detta le regole del gioco, quelle di base, che consentono agli elettori di esprimersi ed ai partiti di trarne le conseguenze.
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